Fondo Comitato ricerche deportati ebrei - serie Corrispondenza

contesto gerarchico
livello di descrizione fondo
identificativo logico
Titolo Archivio del Comitato ricerche deportati ebrei - Serie Corrispondenza
data 1944 - 1967
consistenza
soggetto produttore : ente
soggetto produttore : persona
soggetto produttore : famiglia
storia istituzionale/amministrativa, nota biografica "L'Unione delle Comunità Israelitiche Italiane costituì in data 26 settembre 1944 sotto il titolo di Comitato Ricerche Deportati Ebrei (CRDE) un'organizzazione con i seguenti scopi: 1°) Raccolta di tutti gli elementi possibili per facilitare la ricerca e il ritrovamento degli ebrei (italiani e non italiani) deportati dai nazi fascisti dall'Italia nei territori della Germania e degli Stati da lei occupati. 2°) Raccolta di dati anagrafici relativi ai deportati. 3°) Ricerca di notizie sulla loro sorte. 4°) Scambio di informazioni con autorità e organizzazioni militari, politiche civili e private ed Enti di assistenza. 5°) Notizie sulla ubicazione dei campi di concentramento. 6°) Tentativi di corrispondere con i deportati o con i loro salvatori dopo la loro liberazione e l'individuazione della loro residenza. 7°) Assistenza morale e materiale alle famiglie dei deportati sia direttamente che indirettamente. 8°) Raccolta di notizie particolari sulle atrocità commesse nelle carceri e nei campi. 9°) Raccolta di denuncie precise e circostanziate in merito a persone che si siano resi colpevoli di atti criminali (denuncie, arresti, deportazione, saccheggi, ecc.) in danno di Ebrei italiani e non italiani in Italia." Nel CRDE confluì il "Comitato ricerche soccorsi deportati ebrei" sorto per volontà della comunità ebraica di Roma, nel giugno del 1944, subito dopo la liberazione della città, quale bisogno degli ebrei romani di contarsi e di ritrovare quanti di loro erano scomparsi senza dare più alcuna notizia di sé . La presidenza venne assunta dall'ing. Marco Segrè e la vice presidenza dalla sig.ra Laura Della Seta. "La situazione si presentò oltremodo difficile data la mancanza di comunicazioni, essendo la guerra ancora in atto, ma l'attività del Comitato poté esplicarsi nell'impianto dello schedario relativo ai deportati già viventi in Roma e nelle provincie italiane allora liberate, e nel dedicare cura assistenziali alle famiglie dei deportati stessi, nella piccolissima misura che i suoi mezzi consentivano" . Il 22 maggio del 1945 la presidenza venne assunta dal colonnello Massimo Adolfo Vitale e la vice presidenza dal prof. Attilio Ascarelli. La segreteria affidata alla sig.ra Anna Ceccarelli. Con l'arrivo a Roma dei primi sopravvissuti iniziò l'opera di raccolta delle loro deposizioni. L'attività del Comitato si esplicò mediante circolari alle comunità, comunicati radio e stampa, corrispondenza con Presidenza del Consiglio, ministeri, Vaticano, Croce rossa italiana e internazionale, comandi alleati, ambasciate e legazioni, comuni e le province ove si presumeva esistessero centri di raccolta di internati o campi di concentramento. Si cercò di ricostruire il percorso e la destinazione raggiunta delle persone. Vennero organizzate due missioni di ricerca in Italia. La prima, sotto il comando del tenente Alberto Toscano e del sottotenente Bruno Fiorentini, partì da Roma nel giugno del 1945 per Milano ove prese contatti con il tenente colonnello Savini del Comando militare profughi italiani, responsabile dei campi di raccolta creati nel nord d'Italia, e con la comunità israelitica locale che aveva creato un proprio ufficio ricerche. Quindi si recarono a Bolzano ove ottennero 126 elenchi di persone segnalate, divise per provincia e proseguirono il loro viaggio nel nord d'Italia alla ricerca di quante più informazioni possibili, visitando tutti i campi, ospedali e sanatori ove venivano raccolti i reduci . Apparve loro subito chiaro come la percentuale dei sopravvissuti fosse molto bassa . La seconda, sotto il comando del sottotenente Bruno Fiorentini, fu inviata nel novembre del 1945 nel campo di concentramento di Fossoli (Modena), punto di smistamento degli ebrei italiani per i campi della morte nazisti . Inoltre il CRDE prese parte a missioni organizzate dalla Croce rossa, in Francia, con l'invio nel gennaio del 1946 di Alberto Toscano, e in Germania, nella zona controllata dai francesi, nel febbraio del 1946. Ne fecero parte Enzo Di Cave e Bruno Fiorentini . Ottennero molto materiale dalle organizzazioni ebraiche internazionali e palesarono al Comitato la necessità di un elenco fatto in Italia comprendente tutti i deportati ebrei italiani di cui si aveva notizia. Il Comitato richiese quindi alle comunità di inviare elenchi dei propri deportati, continuando ad aggiornare, man mano che giungevano le informazioni, il proprio schedario . Tutto questo ingente materiale venne utilizzato dal colonnello Vitali per l'Elenco dei deportati dall'Italia e notizie relative raccolte dal Comitato Ricerche Deportati Ebrei del 1953 . Dal 27 luglio 1945 iniziò la pubblicazione di un Bollettino settimanale di notizie sui deportati, contenente brevi comunicazioni in merito a nomi, statistiche, resoconti di missioni e attività . Il Bollettino infine forniva i dati necessari perché le famiglie dei deportati e i reduci potessero usufruire di tutte le provvidenze previste dal Governo. Già dal settembre del 1946 era chiaro che l'attività del Comitato era "particolarmente rivolta alle ricerche relative alle constatazioni di morte e alle pratiche legali che ne conseguono, per cui sono innumeri e continue le richieste da parte di pubblici uffici, di famiglie e di Enti varii […] Vivi rapporti si hanno con la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Esteri, il Ministero dell'Ass. Post-Bellica, il Ministero della Guerra, Ambasciate d'Italia a Parigi, Mosca e Varsavia, Autorità alleate, Croce Rossa, Comitati ed Uffici in Italia, in Germania, In Polonia, in Francia, in ogni altra parte d'Europa e nelle due Americhe. Liste nominative di deportati vengono compilate e trasmesse ad uffici varii in Italia e all'Estero […] documenti e pubblicazioni sono raccolte per futuri studi e denuncie contro persecutori; opera è svolta sulla stampa per illuminare il pubblico sul problema ebraico" . Emergono chiaramente in queste poche righe gli altri campi di azione del CRDE, ovverosia la partecipazione a processi contro criminali nazisti, la stesura della storia delle persecuzioni in Italia, la denuncia dei fenomeni di antisemitismo. Processi contro criminali nazisti Massimo Adolfo Vitale si occupò, a vario titolo - da semplice cittadino interessato agli eventi a rappresentante del Governo italiano, dell'Unione e del Comitato - del processo a Varese contro alcuni delatori di cittadini italiani di religione ebraica e contro il tenente Carlo Fragner, ex comandante del presidio germanico di Ponte Tresa (Varese) , nonché dei processi agli ufficiali nazisti Von Makensen e Maeltzer , Hoess , Waechter , Kappler e Dolmann , Josef Cramer, belva di Beln processato a Lunemburg , Priebke, caso "Ralf -Boniperti", Eichmann e Clauberg, medico nei campi Storia delle persecuzioni in Italia Fin dal 1947 Vitale ebbe l'idea di ricostruire la storia delle persecuzioni nazi fasciste in Italia. A questo fine mantenne contatti epistolari con lo Yad Vashem di Gerusalemme e si rivolse, per la stesura dell'opera, ad Antonio Spinosa , Sergio Liberovici, Roberto Bassi di Venezia , Vittorio Emanuele Bravetta e dando infine l'incarico a Renzo De Felice . Antisemitismo Costante fu l'impegno del CRDE, e di Vitale in particolar modo, nel denunziare ogni forma di antisemitismo e puntuale la denuncia degli articoli antisemiti, dei libri di testo e delle pubblicazioni dello stesso tenore (Salire , Il furbo Giacometto e Sperduti nonché la commedia radiofonica Le stelle ridono ). Segnaliamo una lettera del 27 ottobre 1955 inviata da Vitale al senatore Umberto Terracini in cui denuncia un articolo pubblicato sul giornale Asso di bastoni dal titolo "Studi tradizionalistici sulle teorie politiche - L'Arianesimo come dottrina" e la voce "ebreo" della VII edizione - 34° ristampa - del vocabolario Zingarelli . Vitale fu molto attento, insieme con il fratello Enrico, anche nei confronti dell'antisemitismo di matrice cattolica. Riuscì infatti non solo a far correggere le traduzioni della preghiera del Venerdì Santo, nella quale si dice perfidos judeos, facendo sì che la Sacra congregazione dei riti, nell'agosto del 1948 desse alla parola perfidos la sua giusta traduzione di "infedeli" invece che quella, usata per secoli, di "perfidi", ma anche a far rimuovere da due chiese in Polonia quadri rappresentanti il sacrificio rituale (vi si vedevano degli ebrei intenti a sgozzare una giovinetta cristiana e a raccoglierne il sangue) . Denunziò infine le dichiarazioni antisemite rilasciate dal primate di Polonia cardinale Augusto Hlonde in seguito al pogrom di Kielce "originato da colpa degli ebrei, i quali occupano posizioni direttive nel Governo polacco" e le trasmissioni radio di padre Lombardi , non mancando mai di far rilevare l'atteggiamento del Vaticano durante le persecuzioni naziste.
storia archivistica Le buste si trovavano presso i locali dell'Unione delle comunità ebraiche italiane unite al fondo "Attività dell'UCII dal 1945". Nel 2001, in occasione del trasferimento dell'archivio nei depositi del Centro bibliografico, esse sono state individuate in base alle segnature presenti sul dorso (ad esempio: "CRDE 1") e riordinate grazie a un contributo della Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia. Si segnala infine la presenza, presso la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, del fondo "Massimo Adolfo Vitale"- costituito da 6 buste - contenente materiale riconducibile all'attività del CRDE.
ambiti e contenuto I corrispondenti sono: Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministeri (Affari esteri, Africa italiana, Assistenza post bellica, Difesa, Guerra, Interno, Poste e telecomunicazioni, Pubblica istruzione, Tesoro), comuni, questure, ambasciate, legazioni, consolati, organizzazioni nazionali ed internazionali (ad esempio The United Nations and Rehabilitation Administration), ebraiche (in particolar modo l'American Joint Distribution Committee, il World Jewish Congress, The Jewish Agency for Palestine, l'Alyat Ha Noar e l'Organizzazione sanitaria ebraica) e non (Croce rossa), comunità ebraiche nazionali ed estere, associazioni (ad esempio l'Associazione nazionale partigiani d'Italia e l'Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti) e privati. Le lingue usate sono l'italiano, l'inglese, il tedesco, il francese, lo spagnolo, il polacco, il russo e l'ebraico. Si tratta di richieste di informazioni, ricerche, assistenza ai reduci o alle famiglie, segnalazioni di casi di antisemitismo, storia delle persecuzioni nazi fasciste.
criteri di ordinamento Le buste contengono la corrispondenza, in originale e in copia, del Comitato ricerche deportati ebrei (d'ora innanzi CRDE). Le prime quattro coprono un arco cronologico che va dal 1945 al 1953 e sono suddivise in ordine alfabetico, per mittente o per nominativo della persona ricercata - per le donne generalmente conduce il cognome da sposata - le altre sono divise cronologicamente e vanno dal 1944 al 1963. In queste dodici buste i titoli dei fascicoli indicano l'argomento o l'anno, naturalmente quelli originari sono segnalati dalle virgolette, i critici dalla mancanza di queste. I fascicoli talvolta presentano una segnatura numerica, riportata in nota, indicante probabilmente l'anno della corrispondenza. Per il riordino si è usato il consueto metodo storico e si è scesi al livello del sottofascicolo. Non sono stati ritrovati registri di protocollo pur trovando apposto sulle carte un protocollo autonomo. Lo stato di conservazione della documentazione è, nel suo complesso, buono.
modalità di acquisizione
Note A cura di Angelina Procaccia Febbraio 2004
informazioni redazionali
allegato
struttura gerarchica