storia istituzionale/amministrativa, nota biografica |
Fabio Della Seta nasce da una famiglia della piccola borghesia commerciale ebraica. L'evento che condizionò
tutta la sua vita fu la promulgazione nel 1938, da parte del regime fascista, delle leggi per la difesa della razza
che costrinsero lui, come tutti i ragazzi ebrei della sua generazione, a lasciare le scuole pubbliche e a iscriversi
ad una scuola organizzata dalla Comunità israelitica. Terminati gli studi liceali, nel 1942 - sempre a causa
delle leggi razziali - poté frequentare la facoltà di Giurisprudenza della Pontificia Università Lateranense,
studi che, dopo la liberazione di Roma, proseguì all'Università di Roma, dove si laureò nel 1948 con una tesi di
diritto internazionale: aspetti giuridici della questione palestinese. Prima ancora di laurearsi, Della Seta aveva
iniziato la sua attività come redattore capo di "Israel", settimanale ebraico in lingua italiana: e quella di
giornalista e animatore culturale doveva rivelarsi la sua vocazione professionale. Fu infatti assunto nel 1954
dalla Rai, presso cui svolse un'intensa attività radiofonica e televisiva dirigendone, a partire dal 1972 e fino al
termine della carriera, gli uffici per l'America Latina. Molteplici i suoi interessi in campo culturale: di lui vanno
ricordati un saggio storico sulle origini dello Stato ebraico, vari radiodrammi, il romanzo autobiografico
L'incendio del Tevere.
Alla passione per il dialetto romanesco, è legata la sua raccolta di sonetti intitolata Roma in valigia. Mille e
anche più sonetti in urbe et in orbe, pubblicata una prima volta nel 2001 e della quale è uscita la seconda
edizione pochi giorni dopo la sua morte.
Fabio Della Seta è entrato a far parte del Gruppo dei Romanisti nel 2006; ma anche prima di essere ammesso
nel sodalizio aveva cominciato a collaborare alla Strenna: risale infatti al 2003 il suo primo articolo, seguito
poi da numerosi altri che, con la sola eccezione del 2011, hanno scandito nel tempo la sua assidua
frequentazione dell'associazione, alle cui riunioni ha sempre preso parte finché le condizioni di salute glielo
hanno consentito. Postumo è uscito nell'edizione 2014 della Strenna un suo saggio su G.G. Belli: uno dei temi
a lui più cari, che, assieme a quella che lui chiamava la sua "ebraicità" e alla diffusione dell'opera poetica di
Crescenzo Del Monte, ha costituito il motivo conduttore dei suoi scritti. |